Una delle grande incognite che sono sempre legate all’acquisto di un nuovo elettrodomestico riguarda quanto il suo uso andrà poi ad incidere sulla bolletta della corrente elettrica. Non è una cosa rara, infatti, che un elettrodomestico dal costo basso ed invitante abbia poi una serie di costi nascosti molto più alti, dalla bolletta dell’energia elettrica, ad elevati costi per la manutenzione o per i pezzi di ricambio, o ancora per l’acquisto di componenti aggiuntivi o anche a volte necessari per il funzionamento dell’elettrodomestico stesso. Pertanto, è sempre bene informarsi su tutte queste variabili ben prima di acquistare il proprio nuovo elettrodomestico, in modo da non avere sorprese e quindi dover spendere ulteriormente soldi, dopo l’acquisto dell’elettrodomestico stesso.
Le classi energetiche
A causa degli elevati costi delle fonti di energia, specialmente con riguardo all’energia elettrica per le abitazioni domestiche, una delle variabili a cui solitamente si presta più attenzione è proprio il consumo di un elettrodomestico.
Si tratta inoltre della variabile più facilmente identificabile anche ad una prima occhiata agli elettrodomestici che si trovano in esposizione, ma va poi analizzata attentamente a seconda del tipo di elettrodomestico che si sta andando ad acquistare ed all’uso che se ne intende fare.
La classe energetica è infatti quella variabile che ad una prima occhiata consente di capire se un elettrodomestico consumerà molta energia, o al contrario se sia in grado di funzionare con un minimo dispendio energetico. Le classi di risparmio energetico sono regolate da una legge europea, ed è quindi possibile trovarle indicate sempre in modo similare: in particolare, le classi energetiche sono contraddistinte da delle leggere, generalmente da A ad F, dove la A corrisponde al minimo dispendio energetico possibile per quella categoria di elettrodomestici, in alcuni casi accompagnata da uno o due segni +, che non fanno altro che aumentarne ulteriormente la classe di risparmio energetico. In questo modo è possibile sapere fin da subito che tipo di elettrodomestico stiamo acquistando, e leggendo più attentamente l’etichetta che accompagna la lettera della classe di risparmio, sarà anche possibile quantificare in modo sommario quanto il nuovo elettrodomestico potrà incidere sulla bolletta della corrente elettrica.
Il consumo del cuociriso
La maggior parte degli elettrodomestici ad oggi prodotti ha una classe di risparmio energetico che va da A ad A++ o A+++, in quanto le case produttrici tendono sempre a mettere sul mercato prodotti tecnologici ed al passo con i tempi, i cui consumi siano limitati ed invoglino il consumatore ad acquistare un determinato elettrodomestico.
Oltre a questa variabile, però, è necessario considerare l’uso che si dovrà fare di un determinato elettrodomestico, o l’uso stesso per cui è stato progettato. Ad esempio, vi sono elettrodomestici il cui tempo di funzionamento può essere molto lungo e questi, anche a parità di classe energetica, tenderanno ad incidere in modo maggiore sulla bolletta, rispetto ad elettrodomestici che vengono usati per tempi brevi e limitati. In alcune abitazioni, inoltre, le varie abitudini quotidiane tendono a far utilizzare alcuni tipi di elettrodomestici più di altri, e questi potrebbero rappresentare un costo maggiore in bolletta a fine mese.
Nel caso particolare del cuociriso, ad esempio, si tratta di un elettrodomestico che generalmente non viene utilizzato ogni giorno, e i cui tempi di cottura variano dai pochi minuti, a generalmente un massimo di 10 minuti per ogni utilizzo. Utilizzando queste variabili, e scegliendo un modello che abbia una classe di risparmio energetico elevata, quindi A+, A++ o A+++, è possibile essere certi che l’acquisto di un cuociriso non andrà ad incidere in maniera evidente ed elevata sulla bolletta dell’energia elettrica mensile, rendendolo quindi un acquisto che non nasconde ulteriori costi a seguito di quello sostenuto per effettuare l’acquisto stesso.